Nella maggior parte dei casi, l’obesità è conseguenza di una alimentazione sovrabbondante, spesso unita ad abitudini di vita sedentarie. In altri termini, l’obesità compare quando le calorie complessivamente introdotte con la dieta eccedono il fabbisogno calorico, o energetico dell’organismo. Ma come malattia complessa l’ obesità possiamo meglio dire che essa è data da un insieme di fattori genetici, organici e ambientali. Tra questi ultimi, chiamati anche fattori “esogeni” troviamo: l’alimentazione, il consumo di alcool e la sedentarietà con conseguente alterazione del bilancio energetico ed accumulo eccessivo di tessuto adiposo nell’organismo. Vi è ancora una scarsa conoscenza dei meccanismi fisiologici che determinano una condizione di obesità e sempre si ha riferimento al fattore alimentare spesso trascurando il fattore fondamentale dell’ attività fisica. Il movimento infatti è un fattore essenziale: il muscolo è il tessuto più abbondante del corpo ed è il luogo di maggior consumo di glucosio. Per il controllo del peso e per il benessere fisico molti esperti raccomandano di svolgere una moderata attività fisica per almeno 30 minuti al giorno.
Purtroppo lo sviluppo della tecnologia negli ultimi anni ha ridotto sempre di più le occasioni di movimento facendo della sedentarietà uno stile di vita. Comuni sono le alternanze di periodi di dimagrimento e ripresa del peso, una sorta di yo-yo che si ripercuote sulla salute ma anche sulla qualità della vita. Ogni volta che mangiamo sono degli organuli chiamati “mitocondri” ad occuparsi di bruciare le sostanze nutritive introdotte producendo il calore necessario per le funzioni vitali. Essi si comportano come una sorta di centrale energetica per la trasformazione del carburante in energia termica.
Questo avviene in tutte le cellule, ma sono le cellule adipose brune quelle maggiormente attive in questa funzione. È noto che negli obesi queste cellule sono piuttosto pigre e tutto il carburante ingerito va quindi a trasformarsi in un ingombrante deposito di grasso all’interno della cellula con un conseguente aumento del peso corporeo. Diviene un circolo vizioso: più si ingrassa meno ci si muove e meno si consuma. L’obesità costituisce un serio fattore di rischio per mortalità e morbilità, sia di per sé (complicanze cardiovascolari e respiratorie) sia per le patologie ad essa frequentemente associate quali diabete mellito, ipertensione arteriosa, iperlipidemia, calcolosi della colecisti, osteoartrosi.
Tali complicazioni e associazioni sono di gran lunga più frequenti nell’obesità centrale (o viscerale o androide) caratterizzato dal deposito di adipe a livello soprattutto addominale. Studi recentissimi hanno evidenziato la base genetica dell’obesità. Ne consegue che, in presenza di una simile predisposizione, l’alimentazione troppo abbondante e ipercalorica, la scarsa attività fisica e, molto spesso, l’ambiente in cui si vive favoriscano l’istaurarsi dell’obesità. Per perdere il peso superfluo sistema valido è spostare il bilancio energetico in modo tale che l’energia introdotta con l’alimentazione diventi minore di quella spesa per l’attività fisica. Quindi è necessario seguire attentamente una dieta povera di calorie (ipocalorica), ma equilibrata, prescritta dal medico, e svolgere una regolare e moderata attività fisica. Il dimagrimento deve avvenire in modo lento e graduale.